Tab Article
Se quello pistoiese è uno dei capitoli più interessanti della storia dell'architettura romanica in Toscana intorno alla metà del XII secolo, tra i principali protagonisti del rinnovamento artistico italiano emerge la figura di maestro Guglielmo, scultore attivo nell'antico pergamo del Duomo di Pisa tra il 1158 e il 1162, ma anche in un pulpito oggi smembrato per la Cattedrale di San Zeno a Pistoia. Le testimonianze pittoriche sono invece molto rare almeno fino alla metà del Duecento, ma subito dopo la metà del secolo una personalità basilare per gli esiti della cultura figurativa pistoiese è quel Coppo di Marcovaldo, pittore fiorentino, che intorno al 1274 realizza un complesso apparato decorativo destinato al tramezzo della Cattedrale. Suo valente collaboratore si rivela il figlio Salerno, verosimilmente il responsabile della Croce dipinta, recentemente restaurata, che oltre ai modelli paterni guarda alle vibranti morbidezze pittoriche del grande Cimabue, traghettando così la pittura romanica verso i suoi apici qualitativi prima dell'avvento di Giotto.